Progetto Kennedy 2025

La tematica è molto attuale: è una tematica d’amore per il mondo, per l’umanità.
Un sentimento che sembra essersi affievolito, corrotto dal nostro egoismo sempre più diffuso nelle società moderne.

Robert Kennedy aveva amore per il mondo.
Il suo messaggio era che tutti potessero provarlo e trasmetterlo: come accade per queste creature — i bambini — come fiori.
Lui, in mezzo a loro, sullo stesso piano, nella loro relazione condivisa nell’amore; insieme al fiorire dell’amore stesso.

Un richiamo alla figura di Gesù, che disse nel Vangelo di Matteo (18:1-5):

“In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò, chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.”

“Piccolo” significa puro, semplice, libero dal proprio ego.
È la più grande libertà che ognuno di noi potrebbe scoprire in se stesso.

Anche questo è un richiamo alla figura di Cristo, tra la gioia della gente e la festosità delle palme.

Il male l’ho rappresentato nel quadro — come Giuda per Cristo — con la figura sdraiata sulla bauliera dell’auto: colui che lo tradisce, dando il suo nome (attraverso una macchia di “sangue”) su un foglio che consegnerà ai nemici, i quali poi lo condanneranno e lo uccideranno.

Forse non è stato tradito e ucciso anche Robert Kennedy?

La navigazione dei fratelli John e Robert Kennedy rappresenta un viaggio verso un cambiamento dell’umanità: un cammino verso il bene, la pace e l’amore.

Un viaggio non solo politico, ma profondamente umano e spirituale — la ricerca di una rotta nuova, capace di condurre l’uomo verso una maggiore consapevolezza e compassione.

Entrambi hanno solcato le acque della storia con coraggio e visione, mossi da un ideale di giustizia e fraternità universale.
Il loro percorso, come una traversata simbolica, continua a ricordarci che ogni generazione è chiamata a navigare verso la luce, contro le tempeste dell’egoismo e dell’indifferenza.

Robert Kennedy era proteso verso la purezza, verso la sua anima più profonda.
Questo stato interiore lo portava a sperimentare una gioia autentica, capace di attraversare le grandi difficoltà e i dispiaceri che segnarono la sua vita.

La sua purezza non era un rifugio dalla realtà, ma una forza che gli permetteva di affrontare il dolore con coraggio, trasformando ogni ostacolo in un’occasione di crescita e di compassione.
In lui, la ricerca della verità e della giustizia si univa a un sorriso sincero, segno che la gioia più vera nasce dall’essere fedeli a se stessi e ai propri ideali.

Ethel e Bob erano innamorati e complici in tutto ciò che facevano. Erano una vera forza.
Ethel è stata sempre al suo fianco, con dedizione e amore.

Ho voluto rendere loro omaggio in questo lavoro: due figure nel quadro, sorridenti, che si diffondono nei colori della vita, irradiando gioia, complicità e la luce di un amore condiviso.